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Listeria – Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori

Listeria – Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori

La Listeria è un batterio resistente alle basse temperature e provoca tossinfezioni alimentari. Il batterio viene inattivato con la cottura per cui i prodotti più a rischio sono sicuramente i prodotti crudi, non cotti, manipolati, e da consumare freddi ma non è sempre così. La Listeria infatti è un battere ubiquitario, e per questo può “inquinare” superfici non pulite oltre che gli alimenti e può crescere anche a temperature di refrigerazione, per cui diventa importantissimo l’igiene delle attrezzature e dei mezzi di conservazione. Le superfici o le attrezzatura inquinate a loro possono diventare fonti di contaminazione per gli alimenti anche cotti, destinati a raffreddamento e consumo differito.

Listeria, richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori nell’ultimo periodo

Gli operatori del settore alimentare (OSA) hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare il prodotto dal mercato.In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve inoltre provvedere al richiamo cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area dedicata ai richiami del portale del Ministero della Salute.

ll consumatore deve verificare sulla confezione che ha in casa il marchio, il nome del produttore e i lotti di produzione. I prodotti soggetti a richiamo non devono essere consumati e vanno riportati al punto vendita.

Consulta i richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori:

Che cos’è e dove si trova il batterio Listeria

Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, è un batterio ubiquitario, che può essere  presente nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione e può contaminare diversi alimenti (latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati…)La principale via di trasmissione  per l’uomo è quella alimentare. Bambini e adulti sani possono essere occasionalmente infettati, ma raramente sviluppano una malattia grave. La malattia è più grave in soggetti debilitati, immunodepressi e nelle donne in gravidanza.

La gravità della sintomatologia varia sensibilmente in funzione della dose infettante e dello stato di salute dell’individuo colpito. Si va da forme simil-influenzali o gastroenteriche, accompagnate a volte da febbre elevata fino, nei soggetti a rischio, a forme setticemiche, meningiti o aborto.

Listeria monocytogenes resiste molto bene alle basse temperature e all’essiccamento, e resiste  in alimenti conservati a temperatura di refrigerazione (4°C); è invece molto sensibile alle usuali temperature di cottura domestica degli alimenti,  infatti, a seguito di trattamento termico superiore a 65 C° , è inattivato.

Cosa fare: igiene in cucina e cottura degli alimenti

L’adozione  delle usuali  regole di igiene nella manipolazione degli alimenti anche a livello domestico riduce il rischio di contrarre la malattia, in particolare:

  • lavarsi spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono a contatto con gli alimenti (utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette);
  • lavare accuratamente frutta e verdura con acqua potabile prima del consumo;
  • in frigorifero,  conservare separatamente e in contenitori chiusi, gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo;
  • cuocere bene gli alimenti;
  • non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumarsi previa cottura; in caso contrario conservarli in frigo e riscaldarli prima del consumo;
  • non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta.

Egualmente per quanto riguarda i congelati/surgelati è indispensabile attenersi alle norme di preparazione dell’alimento riportate sulla confezione, che normalmente  comportano la cottura prima del consumo.

Fonte_ Ministero della Salute

Pubblicato il 10/09/2018

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