PLANT BASED FOOD
Il Plant Based Food identifica i cibi a base vegetale. Risulta tra i food trend del 2021 e si stima che raggiungerà una crescita del 20% entro il 2024.
Infatti, secondo un’indagine condotta da Innova Marketing Insights e pubblicata su Food Industry Executive, nei prossimi anni ci sarà un aumento di consumi legati ai cibi plant-based.
Secondo gli ultimi dati Eurispes, in Italia quasi 1 persona su 10 si dichiara vegetariana o vegana (l’8,2% della popolazione) e il 21% di chi segue queste diete afferma di aderire alla dieta vegetariana o vegana considerandola migliore in termini di benefici per la salute.
Salute, sostenibilità e benessere degli animali sono quindi i fattori motivazionali per un futuro sano.
Per il 2022 la rivista Food Technology, pubblicata dall’Institute of Food Technologists (IFT), prevede come tendenze alimentari più calde un consolidamento della carne alternativa.
Di recente in occasione della fiera Tuttofood si è infatti vista la partecipazione di diversi brand plant-based, che stanno portando avanti la rivoluzione vegetale. Quello che emerge è un generale ampliamento delle referenze, offerte sia nella versione frozen che fresco. A segnare il passo anche l’EFSA che ha recentemente dato il via libera per l’Europa al novel food proteine vegetali estratte dal fagiolo mungo proponendole come ingrediente alimentare aggiunto a “prodotti proteici” (Safety of mung bean protein as a novel food pursuant to Regulation (EU) 2015/2283).
Le scelte alimentari dei consumatori attenti alla salute al benessere e ai cambiamenti nella dieta si riscontrano anche nei dati di vendita.
Dai dati di Osservatorio Immagino, nel mondo del lifestyle l’area più significativa, per incidenza sulle vendite e numero di referenze, è quella che rimanda all’ampio mondo dei prodotti Veg.
In questo ambito si inseriscono tre referenze:
-la principale è “veg”, che si trova sulle etichette di 4.438 prodotti (5,2% dei codici rilevati) e che nel 2020 ha generato il 5,6% delle vendite complessive del paniere alimentare dell’Osservatorio Immagino. I prodotti più acquistati sono risultati essere formaggi freschi industriali, passate di pomodoro, yogurt greco, surgelati vegetali, cereali per la prima colazione e confetture.
-“vegetariano”, che nel 2020 ha accomunato il 2,1% dei prodotti venduti in supermercati e ipermercati raggiungendo una quota del 3,5% sul sell-out del paniere alimentare dell’Osservatorio Immagino. I prodotti più performanti sono stati i formaggi freschi industriali, i surgelati vegetali e lo yogurt greco.
-“vegan”, che nel 2020, con passate di pomodoro, surgelati vegetali e confetture, ha ottenuto un’espansione delle vendite del +9,5%.
Oggi la dicitura “veg” con annessi simboli o altre definizioni non è soggetta ad alcuna norma specifica. L’utilizzo della scritta “vegetale”, “vegetariano” o “vegano” è quindi stabilito liberamente dal produttore che deve rispondere a livello normativo alle pratiche leali d’informazione del regolamento UE 1169/11, articoli 7 e 36″.
Recentemente sono stati redatti standard volontari di certificazione a cui le aziende possono aderire liberamente, al fine di dare valore aggiunto ai propri prodotti realizzati e ai marchi di prodotto vegetale, vegetariano o vegano. Questi sono ad esempio lo standard BCRGS Global Standard Plant Based Issue 1 per la certificazione di prodotto commercializzabile nella GDO e la ISO 23662:2021 “Definitions and technical criteria for foods and food ingredients suitable for vegetarians or vegans and for labelling claims”. Inoltre, esistono anche altri disciplinari ai quali le aziende aderiscono per l’ottenimento di marchi di prodotto vegani, come ad esempio il Disciplinare Tecnico per il marchio VeganOK.
Pubblicato il 03/02/2022