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PASTA BARILLA SENZA GLUTINE

pasta barilla senza glutineCi sono voluti dieci anni di test, preparazione e sviluppo ma alla fine la pasta Barilla senza glutine è pronta per gli scaffali della grande distribuzione. Un lungo periodo di preparazione, ma ora il gusto della pasta Barilla senza glutine è molto vicino a quello della pasta di semola (difficile per il consumatore comune avvertire la differenza). E il gigante di Parma punta apertamente a diventare leader anche in questa nicchia di mercato, grazie anche a un prezzo competitivo, ma novità potrebbero esserci, a breve, anche per i prodotti da forno.
«L’alimentazione per i celiaci è un tema che investe tutta la famiglia – ha detto ieri Giuseppe Morici, responsabile marketing di Barilla – e una sfida che ci siamo posti è stata quella di creare un prodotto di qualità rivolto a tutti». In Italia i celiaci sono 600mila e 900mila gli intolleranti al glutine; 3,5 milioni le famiglie acquirenti. Una malattia quella della celiachia in crescita e che nei bambini diventa particolarmente penosa.

E l’effetto “dolciastro” e “gommoso” del tipico prodotto alimentare per celiaci? «Non esiste – ha risposto Giancarlo Minervini, direttore sviluppo prodotto di Barilla – La ricetta esclusiva è senza aggiunta di amidi e si basa su mais bianco, mais giallo e riso: un mix di tre cerali che garantisce un sapore delicato e bilanciato, un colore naturale, giallo brillante a crudo, al dente e un rilascio d’amido ai minimi della categoria».
La pasta Barilla senza glutine è prodotta dal Molino Andreani di Gravina (Bari), unico fornitore per le vendite in tutto il mondo. La nuova pasta Barilla senza glutine è stata proposta a settembre in Canada e negli Usa e dopo l’Italia sarà lanciata anche in Francia, Svezia, Germania, Svizzera e Norvegia. In commercio ci sono penne, tortiglioni, fusilli e spaghetti. L’azienda non lo dice, ma per i dieci anni di ricerca si stima un investimento non distante dai dieci milioni. La linea Barilla è certificata dal ministero della Salute con il marchio “Alimento Senza Glutine. Prodotto erogabile” che attesta l’iscrizione al registro nazionale dei prodotti destinati a un’alimentazione particolare e garantisce l’erogabilità del prodotto dal servizio sanitario nazionale per i celiaci con diritto al rimborso.

Quanto vale il mercato della celiachia? Secondo Caterina Pilo, dg di Aic, «intorno ai 250 milioni, di cui il 30% è realizzata nella grande distribuzione, con punte del 50% in Toscana». Per Iri, il prodotto pasta senza glutine nella grande distribuzione (iper+super+libero servizio), nell’anno terminante a ottobre 2013, vale 15 milioni (+10%) con 2.570 tonnellate (+9%). I player più importanti sono Molino di Ferro, le private label, Riso Scotti e Dialcos. «Il business è spinto – osserva Marco Limonta di Iri – dalla crescita delle persone intolleranti al glutine e dalla voglia di fare la spesa nel canale moderno, facendo meno riferimento alla farmacia». E i prezzi?La pasta Barilla senza glutine costa 1,79 euro per confezioni da 400 grammi, cioè 4,47 euro al chilo. Mentre il prezzo medio al chilo rilevato sul mercato da Iri è di 5,80 euro. Quello della pasta di semola secca è di 1,29.

Fonte: IL Sole 24ore

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